Stop alla cessione dei crediti relativi ai bonus edilizi
Probabilmente non sarà la fine dei bonus edilizi, come paventato da più parti, ma sta di fatto che la decisione del Governo di mettere la parola fine alla cessione dei crediti darà una bella botta soprattutto al Superbonus, incentivo per chi ristruttura un immobile con benefici di almeno due classi energetiche. Una misura già colpita dalla riduzione della detrazione dal 110 al 90% entrata in vigore all’inizio di quest’anno.
Le novità
Con una mossa a sorpresa, l’esecutivo ha deciso lo stop per lo sconto in fattura e la cessione dei crediti sui bonus fiscali, con il divieto di acquisto per gli enti locali dei crediti già in circolazione. La decisione, assunta tramite decreto legge, è stata motivata in due modi: la volontà di risolvere il problema dei crediti incagliati (stimati in circa 110 miliardi ei euro), cioè quelli che molte Pmi hanno in pancia, senza riuscire a disfarsene per mancanza di acquirenti; la necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici, dato che il Superbonus costituisce un costo enorme per lo Stato.
Cosa cambia
Tornando ai contenuti del provvedimento, per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta e questo riduce sensibilmente la platea dei potenziali interessati. Infatti, occorre avere un reddito consistente per evitare l’incapienza fiscale e riuscire a ottenere la detrazione anno dopo anno. Il che va a cozzare con il quoziente familiare introdotto per le villette, con l’intento dichiarato di agevolare i nuclei a basso reddito.
Il decreto chiarisce poi la questione della responsabilità solidale dei cessionari, escludendola per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per eliminare le incertezze che hanno frenato tanti intermediari dall’assorbire questi crediti.
Intanto è stato stabilito che i condomini che hanno adottato la delibera assembleare sull’esecuzione dei lavori entro il 25 novembre scorso e hanno presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) potranno ancora cedere all’impresa il credito di imposta, e quindi effettuare le opere senza sopportare costi. Anche per le villette il decreto del governo salva lo sconto in fattura, ma solo per chi ha presentato la Cila.
Lo stop alla cessione dei crediti riguarda anche le somme spese per la riqualificazione energetica e la ristrutturazione di primo livello relativa alle parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori non inferiore ai 200mila euro. Stesso discorso per gli interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.
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